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Gli esordi

La legge sulla Difesa civica del 1983 constava complessivamente di 14 articoli e disciplinava istituzione, attività, nomina, durata del mandato, adempimenti, personale e compenso del Difensore civico, la cui sede venne stabilita presso l’amministrazione provinciale. Ambiti di competenza e funzioni della Difesa civica furono però formulati in modo molto restrittivo, prevedendo che essa intervenisse unicamente su domanda degli interessati e potesse esaminare soltanto atti emanati dall’amministrazione provinciale. Negli anni successivi le disposizioni concernenti entrambe le questioni furono modificate in maniera sostanziale.

A questo punto era importante trovare la persona più idonea per ricoprire tale carica: serviva qualcuno che avesse una preparazione giuridica e conoscesse a fondo i meccanismi dell’amministrazione provinciale. Inoltre doveva essere una figura dotata di una certa autorevolezza politica, per far sì che fin da subito il nuovo istituto venisse accolto positivamente dall’opinione pubblica. Alla fine la scelta cadde su Heinold Steger, che aveva ricoperto per quasi trent’anni la carica di dirigente dell’amministrazione regionale ed era stato direttore del Südtiroler Bauernbund nonché assessore provinciale all’agricoltura. Dopo il suo pensionamento, il 15 marzo 1985 Steger divenne il primo Difensore civico. Il suo nome, ben noto negli ambienti politici e amministrativi della provincia, diede lustro alla nuova istituzione. Il 1° aprile Heinold Steger si insediò nel suo ufficio, non senza un certo scetticismo, come ebbe a scrivere nella sua relazione finale per l’anno 1988. Tuttavia egli riuscì a poco a poco a calarsi nel suo nuovo compito traendone gratificazione poiché, come scriveva, “vedo riconosciuto il mio lavoro e il mio impegno e ho l’impressione di poter aiutare in questo modo soprattutto la parte più debole della popolazione”. Steger non si sentiva un ispettore inviato a sorvegliare l’operato dell'amministrazione provinciale, come taluno mormorava alle sue spalle agli inizi del suo mandato, quanto piuttosto un mediatore che ricercava la via del compromesso tra cittadino e amministrazione per evitare il ricorso, molto più costoso, alla via giurisdizionale.

Alla fine di ogni anno la Difesa civica è tenuta a presentare al Consiglio e alla Giunta provinciale una relazione sull’attività svolta. Le relazioni annuali rappresentarono specie nei primi anni un’occasione preziosa per avanzare proposte migliorative. Già la prima relazione presentata da Steger si concludeva con una serie di indicazioni pratiche per rendere ancora più efficiente l’attività della Difesa civica. Per legge il Difensore civico poteva intervenire solo su richiesta delle persone interessate seguendo un preciso procedimento disciplinato dall’art. 3 della relativa legge, il quale così recitava: “Il cittadino che abbia in corso una pratica presso gli Uffici della Provincia o degli enti di cui all’art. 2 della presente legge, ha diritto di chiedere agli stessi, per iscritto, notizie sullo stato della pratica. Decorsi 20 giorni dalla richiesta, senza che abbia ricevuto risposta o ne abbia ricevuta una insoddisfacente, può chiedere l’intervento del Difensore civico.” Una previsione, a detta di Steger, troppo restrittiva: “Se dovessimo osservare le regole alla lettera, l'attività si ridurrebbe talmente tanto da mettere in discussione la necessità di questo istituto”, si legge nella sua relazione, proponendo invece che “chi ha problemi con l’amministrazione provinciale possa rivolgersi alla Difesa civica per iscritto, a voce o addirittura per telefono e il Difensore civico possa a sua volta raccogliere eventuali informazioni per via informale”. Il suo ufficio, continuava Steger, praticava già informalmente tale approccio semplificato, anche se ciò non era del tutto conforme alle previsioni di legge. La possibilità di intervenire solo su richiesta era a suo avviso assolutamente insufficiente. Alcune problematiche infatti, pur essendo di dominio pubblico, non potevano essere affrontate senza un’esplicita istanza presentata alla Difesa civica (Steger citava l’esempio dei lunghi tempi di attesa in ambito sanitario). Inoltre egli criticava il fatto che la Difesa civica fosse insediata presso la Giunta provinciale, senza poter però influire in alcun modo sull’attività della stessa.

All’inizio fu necessario definire con precisione l’ambito di competenza della nuova istituzione. Steger fece presente che le persone interpellavano la Difesa civica per i più disparati motivi: “Molti credevano ad esempio che il Difensore civico potesse, specie per gli indigenti, sostituire l’avvocato e seguire processi. Altri credevano che potesse sostituire il giudice nel caso di controversie private. Altri ancora presentavano reclami contro reati perseguibili penalmente.” Steger però non rispediva mai indietro nessuno senza almeno fornire un aiuto per risolvere il problema. “Soltanto una minima parte di questi casi compare nelle statistiche. La maggioranza di essi si è risolta a voce con gli interessati, cui abbiamo suggerito di farsi rappresentare da altre sedi più idonee.” Nei suoi primi otto mesi di attività la Difesa civica registrò complessivamente 491 casi; solo per una minima parte di essi ci si attenne strettamente all’iter previsto dall’art. 3 della legge. Già nel primo anno di attività il nucleo maggiore dei problemi riguardava il settore urbanistico: casa, sussidio casa e agevolazioni edilizie rivestivano e tuttora rivestono un ruolo centrale per i cittadini della provincia di Bolzano. Steger chiese che fosse data al Difensore civico la facoltà di acquisire anche pareri esterni per poter chiarire eventuali aspetti legali controversi.

30 anni di Difesa civica in Alto Adige
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40 anni Difesa civica in Alto Adige
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